Silvio Berlusconi e il mondo dell'arte: icona POP mai sbocciata
Non c'è mai stato un Andy Warhol a fissarlo su tela come avvenne per Gianni Agnelli. Storia di un'icona mancata.
Silvio Berlusconi è stato il personaggio pubblico più divisivo della storia recente italiana, e forse per questa ragione non è mai stato un’icona POP.
Manca un Warhol a renderlo immortale anche su tela (come invece avvenne per Gianni Agnelli), e molti artisti hanno attaccato politicamente Berlusconi sfiorando a volte il cattivo gusto.
L’artista svizzero Gianni Motti avrebbe addirittura acquistato il grasso del Cavaliere dalla clinica dove l’anno prima aveva subito un intervento di liposuzione per trasformarlo in un sapone ed esporlo ad Art Basel.
L’opera, chiamata ironicamente “Mani Pulite“, sarebbe stata poi venduta per 18 mila dollari.
Anche il peruviano Jota Castro ci è andato piuttosto pesante. Siamo agli inizi degli anni 2000 e il vincitore della Biennale di Gwangiu, in Corea del Sud, decide di appendere Berlusconi a testa ingiù nell’istallazione dal titolo tutt’altro che ermetico “Mussolini non ha mai ammazzato nessuno”.
L’installazione venne esposta all’ingresso della Galleria Minini di Brescia nel 2003.
Un anno più tardi, è il 2004, sempre Castro infila il fondatore di Mediaset dentro un barile di petrolio nell’opera “Oil Shame”. Accanto a lui, George W. Bush e Tony Blair.
Numerose anche le opere di Giuseppe Veneziano a tema berlusconiano, spesso caratterizzate da un graffiante taglio politico a tema “olgettine”.
Tra queste spiccano i provocatori Non sono un santo, un ritratto del Cavaliere con un’aureola dentro la quale sono ritratte le posizioni del Kamasutra, e Novecento, in cui l’artista include l’ex premier tra protagonisti maschili della storia politica del Secolo Breve – quali Hitler, Stalin e Mussolini – in un’orgia con eroine dei fumetti e porno dive.
Avevano fatto molto discutere nel 2011 i Berlusc-rotti di Stefano Pierotti, artista di Pietrasanta che aveva realizzato una serie di sculture con il volto del fondatore di Forza Italia progressivamente più spaccato e insanguinato.
La sequenza di sei ritratti di Berlusconi percorreva un paradigma discendente a tappe che mostrava il graduale disfacimento della carne e quindi del potere, come ad ammonire dell’inesorabile scorrere del tempo.
Non era però la prima copertina “artistica” dedicata al Cavaliere. Già nel 2009 infatti la rivista Rolling Stone aveva esibito una copertina a tema “Silvio”, nominandolo “rockstar dell’anno”.
Il ritratto di un Berlusconi sorridente in campo tricolore era opera del celebre street artist Obey, noto per le sue elaborazioni di ritratti come quello, iconico, di Barack Obama per la prima campagna presidenziale americana “Yes we can”.
Nel 2021, nella sala immersiva dell’Enterprise Hotel a Milano è stata esposta la mostra “Piano B”, che intendeva ricostruire un periodo di storia italiana – dal 1956 al 1993- attraverso la biografia imprenditoriale di Silvio Berlusconi.
Dagli inizi al giorno prima della “discesa in campo” in politica.
Un viaggio immersivo attraverso immagini, voci, musiche, per far rivivere ai visitatori le diverse fasi imprenditoriali di Berlusconi, dal preludio nel mondo del mattone, all’esperienza delle televisioni, senza dimenticare il calcio e la grande distribuzione e il loro impatto nella società italiana.
Il libro di Luca Beatrice
Berlusconi come icona POP e soggetto d’arte è invece la teoria esposta nel libro.
Come ricordato da Luca Beatrice nel saggio Nati sotto il Biscione. L’arte ai tempi di Silvio Berlusconi, il ruolo del “Berlu” come innovatore nel linguaggio è stato determinante nella caratterizzazione di un periodo artistico in cui la commistione di generi e la ricerca dell’esposizione di sé sono diventate colonne portanti di “un nuovo modo di essere”.
Un periodo che si avvia a essere riconosciuto come una sorta di "secondo ventennio italiano, anni in cui la commistione di generi e la ricerca assoluta dell'esposizione di sé sono diventate colonne portanti di un nuovo modo di essere, punto di partenza di un mutamento ben più radicale della sola trasformazione della comunicazione”.
Come già scritto, nel 2009 la rivista Rolling Stone dedicò la copertina a Silvio Berlusconi, nominandolo rockstar dell'anno.
Si tratta di un'ulteriore consacrazione per il Cavaliere, la cui figura ha fatto il giro del mondo ed è diventata oggetto di rappresentazioni multiformi nel mondo dell'arte.
Questo impatto è rintracciabile nell'opera di artisti di fama internazionale, come Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli e molti altri: Beatrice spiega l'eredità iconografica dell'Italia recente e del berlusconismo attraverso i fatti dell'arte e dei media.
Berlusconi e l’Arte (via Artribune).
I progetti d’arte dedicati a Silvio Berlusconi (via Insideart).
Berlusconi opera d’arte vivente (via Giornale OFF).
Il libro di Luca Beatrice (via Hoepli).
Il Berlusconi collezionista
Silvio Berlusconi fu anche collezionista assai generoso e bulimico.
Le opere sono custodite in un hangar, a circa un chilometro di distanza dalla villa di Arcore.
Era stato lo stesso Sgarbi a suggerire di utilizzare un hangar, con lo scopo di poterne realizzare “un museo per le gente che capisce poco d’arte”.
“Per me – ha detto Sgarbi, a margine della cerimonia del Premio Cultura + Impresa 2022-2023 nella sede dell’Associazione Civita – sarebbe stato meglio avere 2.400 quadri buoni che 24mila così. Ma si sa che a un conquistatore non importa la qualità dell’oggetto, bensì possederlo”.
Tra le opere d’arte anche alcuni capolavori
Tra le opere stipate nell’hangar, Sgarbi ha citato un Tiziano proveniente dal Museo di Cleveland e un dipinto di un pittore vicino a Leonardo della scuola del Giampietrino.
Ma anche una bellissima opera di Pietro Annigoni che ritrae la Marchesa Casati Stampa, uccisa nel 1970 dal marito geloso.
Berlusconi fu protagonista anche di un siparietto simpatico.
A narrare i dettagli di questa storia è Alessandro Orlando, celebre volto di Telemarket e tra i primi a vendere opere d’arte in tv.
Un antesignano insomma, che una notte, durante un’asta, ricevette una telefonata che sulle prime non prese molto sul serio: “Era il 2018, ero in diretta come ogni sera dalle 21 alle 1. Attorno alla mezzanotte come sempre il quadro più importante: quella sera era di un pittore della bottega del fiammingo van Dyck. Una Madonna con bambino. È una sorta di asta: eravamo arrivati sui 45 mila euro. A uno dei miei centralinisti arriva la chiamata di un signore che dice ‘sono Berlusconi, offro 50 mila’. Lui rispose ‘e io sono Napoleone’ e riagganciò”.
Orlando prosegue il suo racconto dicendo ricevettero una nuova telefonata, “la voce poi scoprimmo essere quella di Marta Fascina — disse che effettivamente chiamava da parte del presidente Berlusconi che voleva davvero fare un’offerta”. Berlusconi si aggiudicò l’opera per 62mila euro, che poi Orlando portò personalmente ad Arcore.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 44 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding.
Non ho una carriera e sono un pessimo venditore di me stesso.
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