La Finestra sul Mare di Tano Festa, il maudit della Pop Art italiana
Un'opera visionaria di Land Art dedicata al fratello scomparso, sempre in Sicilia come il Cretto di Burri.
La Finestra sul Mare, in realtà, è solo il soprannome di un’opera di Tano Festa il cui titolo originale è “Monumento per un poeta morto”.
Si tratta di un’opera realizzata nel 1989. Il monumento si trova in una frazione del comune di Reitano che prende il nome di Villa Margi.
L’installazione monumentale ideata da Tano Festa per la Fiumara d’Arte fu realizzata postuma.
Nel 2005 Antonio Presti, il fondatore della Fiumara, decise di coprirla con una grande telo blu in forma di protesta, contribuendo così a smuovere le istituzioni e a far nascere ufficialmente il Parco Fiumara d’arte.
Il Monumento per un poeta morto è dedicato a Francesco Lo Savio, artista e fratello di Tano Festa, morto suicida a soli 29 anni.
L’artista torna così al tema di uno dei suoi primi lavori.
Nel 1962 compaiono, infatti, i primi oggetti come finestre, porte e armadi realizzati o fatti realizzare senza cardini, maniglie o serrature. Elementi di mobilio che quindi perdono la loro funzione pratica fondamentale.
Con questa grande finestra, Tano Festa vuole invitare i visitatori a soffermarsi sul paesaggio e sulla bellezza della natura che molto spesso diamo per scontato.
Il panorama che si viene a creare all’interno del frame di quest’opera è una scena che evoca serenità e pace.
Il colore della cornice e le nuvolette evocano l’infanzia, uno dei momenti di spensieratezza per eccellenza.
Il monolite nero che “buca” la finestra e interferisce con l’armonia dell’opera è il simbolo dell’inquietudine prodotta dalla morte del fratello, che segnerà il resto di tutta la sua vita.
Le polemiche
Nel 1988 inizia per la “Finestra sul Mare” e tutte le altre opere della Fiumara d’Arte una lunga vicenda giudiziaria che si concluderà solo 1994.
Tutte le installazioni realizzate fino a quel momento furono sequestrate, dichiarate abusive e quindi da demolire.
Dopo una lunga battaglia che ha coinvolto, oltre al fondatore Antonio Presti, anche esponenti del mondo dell’arte e della società civile, nel 1994 vengono annullate le sentenze di demolizione.
Da questo momento però inizia una nuova battaglia per Antonio Presti. Tutte le opere della Fiumara d’arte infatti si erano deteriorate e necessitavano di un restauro.
Nessuna delle istituzioni però se ne occupò e così il mecenate siciliano decise di rispondere al loro rifiuto ad agire con un altro, nascondendo così alla vista l’opera.
Il 22 aprile 2005 il Monumento per un poeta morto viene coperto da un sipario blu con scritto la parola “Chiuso” in diverse lingue.
Finalmente nel 2006 il Parco Fiumara d’Arte venne riconosciuto ufficialmente e, l’anno dopo, l’opera di Tano Festa venne restaurata e riconsegnata al pubblico.
La vita di Tano Festa
Avevamo già parlato di Tano Festa in una precedente newsletter dedicata ai pittori di Piazza del Popolo.
Gaetano Festa, detto Tano, nasce a Roma nel 1938.
Nel 1960 partecipa ad una mostra collettiva insieme a Franco Angeli e Giuseppe Uncini e l’anno dopo è già tempo per la sua prima mostra collettiva.
Nella prima fase della sua produzione artistica si concentra nella riproduzione di oggetti estrapolati dalla loro quotidianità.
Tra il 1962 e il 1963 iniziano le sue prime riproduzioni in serie dei capolavori del passato come gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.
Queste opere sono la personale reinterpretazione, in chiave italiana, delle opere della Pop Art e in particolare di quelle di Andy Warhol.
A partire dalla fine degli anni Settanta su Tano Festa scende il silenzio, nonostante sia presente nelle Biennali e negli appuntamenti più importanti.
Questo spingerà l’artista a elaborare nuovi temi e nuovi linguaggi e porterà alla realizzazione della famosa serie “Coriandoli”.
Tano Festa muore a Roma nel 1988 dopo una lunga malattia.
Coca-Cola lancia uno spot che celebra l’arte
Coca-Cola ha lanciato un nuovo spot ambientato in un museo, dove sono raccolti alcuni dei capolavori più noti della storia dell’arte.
Tra tutti spicca l’opera “Coca-Cola 3” di Andy Warhol realizzato nel 1962 e considerato tra i primi esempi di Pop Art.
“Una Coca-Cola è una Coca-Cola e nessuna somma di denaro può procurarti una Coca-Cola migliore” affermò Warhol alludendo alla democraticità dei prodotti di massa.
Dopo aver realizzato la serie dedicata alla celebre bottiglia, nel 1985 gli fu commissionato di realizzare una copertina per il Time che avesse per soggetto la nuova Coca‑Cola.
Ma nel nuovo spot lanciato da Coca-Cola sono presenti numerose altre opere.
Il tutto si svolge infatti all’interno di un museo immaginario, dove è in corso una lezione di disegno.
Tra gli studenti c’è un ragazzo bloccato sul foglio bianco.
Un dipinto cubista, in pieno stile Picasso, afferra allora la bottiglia di Warhol e la passa agli altri dipinti: da “Il naufragio” di JMW Turner a “L’urlo” di Munch, passando per la “Camera da letto ad Arles” di Van Gogh e concludere con la “Ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer che porge finalmente la bevanda al giovane svogliato.
Dopo aver gustato la Coca-Cola, il ragazzo, come prevedibile, ritrova ispirazione e verve, conquistando l’insegnante.
Coca-Cola Masterpiece
Il pregio dello spot è tuttavia quello di aver posto accanto a pezzi di arte classica e contemporanea arcinoti, opere di artisti emergenti provenienti da Africa, India, Medio Oriente e America Latina.
Ad accompagnare lo spot “Coca-Cola Masterpiece” c’è infatti anche una gallery online che illustra tutte le opere citate nel film.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 43 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding.
Non ho una carriera e sono un pessimo venditore di me stesso.
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