Yuga Labs domina il trading di NFT
La società dietro alla famosa collezione Bored Ape Yacht Club ha totalizzato un terzo del volume totale delle vendite di NFT nel Q1 2023.
Yuga Labs, la società Web3 dietro alla famosa collezione Bored Ape Yacht Club (BAYC), domina il mercato NFT, rappresentando da sola una quota pari al 35% del settore. Lo dice un report di DappRadar.
Oltre alla celebre BAYC e alle associate Mutant Ape Yacht Club e Otherside, Yuga Labs ha infatti acquistato i marchi CryptoPunks e Meebits NFT, direttamente dal creator originale Larva Labs.
I progetti hanno generato collettivamente un volume di scambi di oltre 2 miliardi di dollari negli ultimi due trimestri e, secondo il report, rappresentando il 34,6% del volume di scambio totale dei non-fungible-token.
Il Bored Ape Yacht Club guida il settore delle immagini profilo NFT, con un prezzo minimo di 51,45 ETH, o circa 100mila dollari, seguito da CryptoPunks a 49,49 ETH (95mila dollari).
Relativamente poco, se si pensa come nell’aprile 2022, la raccolta “blue chip” aveva raggiunto un prezzo medio di 429mila dollari, prima ancora del lancio di Otherside.
Ad ogni modo, negli ultimi due trimestri BAYC avrebbe prodotto 504 milioni di dollari in vendite, così come Mutant Apes (483 milioni).
Poco più indietro Otherside, con 322 milioni di dollari in atti di vendita delle land del metaverso.
Inoltre, le vendite non sono più limitate nemmeno all’ecosistema Ethereum.
Lo scorso febbraio, infatti, è stata lanciata TwelveFold, una raccolta di 300 Ordinals sulla rete Bitcoin, con un’asta iniziale che ha fruttato circa 16,5 milioni di dollari.
L’azienda, infine, si è dimostrata attiva anche nel difendere la proprietà intellettuale delle proprie collezioni, difendendo transitivamente anche quella di altri creator.
Giusto la settimana scorsa, Yuga Labs ha vinto quella che loro definiscono “vittoria legale fondamentale per Web3”, con un giudice federale che si è pronunciato contro l’artista Ryder Ripps, accusato di aver lanciato una collezione imitativa della BAYC.
(fonte: TheCryptoGateway).
Casa Museo Poldi Pezzoli a Milano
Il palazzo che ospita il museo risale al XVII secolo, ed era stato acquistato da Giuseppe Pezzoli, antenato di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, alla fine del Settecento.
L’architetto Simone Cantoni (1736-1818) l’aveva riadattato in stile neoclassico, con un ampio giardino interno all’inglese ricco di statue e fontane.
Tra il 1850 e il 1853 Gian Giacomo affida a Giuseppe Balzaretto (1801-1874) un’ulteriore modifica, in contemporanea con la ristrutturazione del suo appartamento.
LA SALA D’ARMI
La Sala d’Armi fu realizzata in stile neogotico fra il 1846 e il 1851 dal pittore e scenografo Filippo Peroni (che lavorò per il Teatro alla Scala), con stucchi di Paolo Gazzoli e vetrate di Pompeo Bertini.
L’effetto teatrale dominava l’ambiente, affollato di stendardi, armi, armature, trofei, vetrine e manichini.
L’ambiente fu completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale.
STANZA DA LETTO
La stanza, oggi chiamata Sala dei Vetri di Murano, fu eseguita tra il 1846 e il 1856 dall’intagliatore Giuseppe Ripamonti in stile neobarocco.
I bombardamenti del 1943 distrussero il soffitto a lacunari, il fregio affrescato da Luigi Scrosati, il camino, le boiseries e il letto a baldacchino. Si sono salvate le bellissime porte intagliate.
STUDIOLO DANTESCO
Questa saletta era il piccolo studio privato di Gian Giacomo Poldi Pezzoli.
Progettato da Giuseppe Bertini e Luigi Scrosati, allestito tra il 1853 e il 1856, è l’unico prezioso esempio rimasto della decorazione dipinta della casa.
L’ambiente si ispira al Medioevo e a Dante, raffigurato negli affreschi e nelle vetrate dello stesso Bertini. In questa stanza Gian Giacomo Poldi Pezzoli teneva le opere più preziose delle sue raccolte di arti applicate.
LA SALA NERA
La sala fu ideata entro il 1855 da Luigi Scrosati e Giuseppe Bertini come uno scrigno in cui incastonare il grande polittico fiammingo.
Allo stile del ‘Rinascimento del Nord’ si ispiravano le decorazioni dell’ambiente che ebbe anche la funzione di salotto.
Era chiamato anche Sala nera per il rivestimento in ebano delle pareti e del soffitto, purtroppo distrutto nel 1943.
Si sono invece conservate le porte e i raffinatissimi mobili (tavoli, sedie), ideati appositamente da Giuseppe Bertini e realizzati da Giuseppe Speluzzi, Luigi Barzaghi e Pietro Zaneletti tra il 1855 e il 1880.
SALA GIALLA
Oggi chiamata Sala degli Stucchi, fu decorata in stile Rococò e destinata ad ospitare le collezioni di porcellane settecentesche.
Gli affreschi di Luigi Scrosati e la decorazione a stucco di Antonio Tantardini, realizzati entro il 1855, vennero distrutti nel 1943.
Si sono salvate invece le mensole, le consolles e le sedie in stile rocaille eseguite da Giuseppe Speluzzi tra il 1870 e il 1876.
SCALONE ANTICO
Questo ambiente fu ideato come scenografica entrata all’appartamento di Gian Giacomo Poldi Pezzoli sfruttando un antico scalone barocco già presente nel palazzo decorato con otto monumentali statue in pietra arenaria collocate in nicchie, opera di uno scultore milanese del XVIII secolo.
Per enfatizzare lo stile barocco Giuseppe Bertini aggiunse stucchi (distrutti nel 1943) e un’ elegante fontana neo-barocca.
SALONE DORATO
Questo ambiente, in stile rinascimentale, fu progettato come salone d’onore, destinato a contenere alcune delle opere più importanti della collezione.
Gian Giacomo Poldi Pezzoli non riuscì a vederlo ultimato e Bertini ne continuò la decorazione dopo la morte del fondatore del museo.
Il salone, così chiamato per un soffitto a cassettoni dorato ora distrutto, era decorato da affreschi di Giuseppe Bertini mentre le pareti erano tappezzate di stoffa damascata; tutto andò distrutto nel 1943.
Fonte: sito del Museo Poldi Pozzoli.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 43 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding.
Non ho una carriera e sono un pessimo venditore di me stesso.
Mi trovate anche su Linkedin.