Il pittore seicentesco diventato una rockstar grazie ad una mostra fuori dai luoghi comuni
Parliamo di Vermeer e della strategia del Rijksmuseum.
Sono migliaia le mostre organizzate ogni anno in giro per il mondo da prestigiosi musei. Ma quale è il fattore differenziante?
Stupire, mettere al centro nuove interpretazioni,curatele, opere d’arte e collezioni difficilmente accessibili.
Il Rijksmuseum di Amsterdam ha creato una mostra fuori dai luoghi comuni dell’arte e ragionato strategicamente su un fattore chiave del marketing: la scarsità.
E in un sistema dove conta il numero di visitatori, il museo olandese ha scelto l’esclusività.
Poi la copertura mediatica globale ha fatto il resto: il New York Times ha scritto che “quasi sicuramente passerà alla storia come la mostra definitiva sull’artista” mentre secondo il Guardian è così ben fatta da poter essere definita “una delle mostre più emozionanti mai ideate”.
Risultato. Biglietti soldout, vendite chiuse e già un florido mercato secondario.
Si stima che in totale Vermeer possa avere prodotto quaranta o cinquanta dipinti a olio su tela: attualmente gliene sono stati attribuiti 37, 28 dei quali presentati nella mostra, chiamata semplicemente “Vermeer” e visitabile fino al prossimo 4 giugno.
Solo quattro opera della mostra, tra cui Stradina di Delft (1657-58) e La Lattaia (uno dei più famosi, 1658-60), sono esposti in via permanente al Rijksmuseum.
Gli altri sono stati presi in prestito da musei e collezioni private di tutto il mondo, da Londra a Dublino, da Tokyo a New York.
Tra questi c’è anche la celebre Ragazza col turbante o Ragazza con l’orecchino di perla (1665), che di norma è esposta al museo Mauritshuis dell’Aia.
Perchè dunque questa mostra è diversa dalle altre? Perchè crea aspettative uniche, porta un “brand” come Vermeer alla massima fruizione con pezzi difficilmente visitabili dal vivo e in un’unica location. E lo fa rendendo scarsi i biglietti.
Approfondimenti: Il Post, Arte.it, Harper Bazaar, il Sole24Ore.
La vita di Vermeer
Vermeer nacque nel 1632 a Delft, tra Rotterdam e L’Aia, nei Paesi Bassi, da una famiglia della media borghesia.
Nel 1653 si sposò con Catherina Bolnes, una ragazza cattolica appartenente a una ricca famiglia della città, e dopo un periodo di apprendistato divenne membro della Gilda di San Luca, un’importante corporazione di artisti e pittori tra Fiandre e Paesi Bassi.
Nella prima fase della sua carriera fu influenzato dai caravaggisti di Utrecht, un gruppo di artisti ispirati soprattutto dal contrasto tra luce e ombre tipico del celebre Michelangelo Merisi, detto Caravaggio; la gran parte delle opere per cui è conosciuto e apprezzato oggi però fu realizzata tra il 1660 e il 1670.
Vermeer fu tra i massimi esponenti del cosiddetto secolo d’oro olandese, definizione riferita alla grande potenza economica e rilevanza che avevano assunto i Paesi Bassi nel Diciassettesimo secolo, basata sui commerci di Amsterdam in Europa e verso le Americhe.
La grande prosperità economica fornì una spinta senza precedenti per la zona nello sviluppo delle scienze e delle arti, come testimoniano sia la carriera che i soggetti scelti da Vermeer.
Lavorò e visse per tutta la vita a Delft, tuttavia nei primi anni Settanta del Seicento anche lui subì la forte crisi finanziaria che interessò i territori dei Paesi Bassi in seguito all’invasione francese.
Morì nel 1675, lasciando molti debiti alla famiglia, che per ripagarli propose di vendere parte dei suoi dipinti e la casa in cui viveva.
Per via della sua vita piuttosto oscura e misteriosa, Vermeer fu soprannominato “la sfinge di Delft”.
A parte i suoi dipinti, di lui non resta nulla: non ci sono lettere, né scritti o diari.
Uffizi: Veronika Atkins per il restauro dell’Anfiteatro di Boboli
Una maxi donazione di circa 4,5 milioni€ dalla mecenate statunitense Veronika Atkins alle Gallerie degli Uffizi di Firenze verrà impiegata per restaurare integralmente l'Anfiteatro del Giardino di Boboli, nell'ambito del programma di rilancio del verde mediceo Boboli 2030.
E’ il più grande versamento da un privato mai effettuato in favore di un museo fiorentino.
I lavori di restauro dell'anfiteatro di Boboli prenderanno il via nei prossimi mesi, e dureranno tra i due e i tre anni.
Veronica Atkins è già tra i più noti sponsor e mecenati al mondo nel campo della musica, ma non solo, e negli ultimi anni la sua attività di sostegno verso le Gallerie degli Uffizi è andata in crescendo.
Attraverso i Friends of the Uffizi Galleries, Atkins ha finanziato il restauro del Terrazzo delle carte geografiche agli Uffizi, della serie degli arazzi Valois del museo fiorentino e della Sala di Bona a Palazzo Pitti.
Nell'ottobre scorso ha regalato uno dei migliori pianoforti al mondo per i concerti nella Sala Bianca dell'ex reggia medicea.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto 2022. Ho 44 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding. Non ho una carriera e sono un pessimo venditore.
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