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Steve Rubell e lo Studio 54: una storia fra arte e Jet-Set
Il co-fondatore della più celebre discoteca fu sempre legato all'arte contemporanea.
Studio 54 è ancora oggi un luogo mitico, un brand ed una storia che trasudano edonismo, cocaina, sesso, arte.
Non si contano film, documentari, docu-fiction sulla discoteca simbolo di N.Y.
Si può dire che il concetto di “celebrities”, sancito poi dai famosi “15 minuti di celebrità” di Warhol, nasca qui.
C’erano gli ospiti regolari come Liza Minelli, Bianca Jagger, Andy Warhol e poi gli ospiti più saltuari come Sylvester Stallone, Robert DeNiro, Truman Capote, Diana Ross.
E perfino i Vip che dovevano pagare l’ingresso: “Mick Jagger e Keith Richards entravano gratis” ricorda una impiegata “ma gli altri membri dei Rolling Stones dovevano pagare il biglietto”.
La libertà di esprimere la propria sessualità e di esibirsi si coniugava a un’idea di divertimento puro e senza freni che fu portato presto all’interno del locale di Ian Schrager (l’altro fondatore) e Rubell.
Dopo vari scandali, Studio 54 chiuse dopo pochi anni.
Al funerale di Steve Rubell, morto nel 1989 per le complicanze dell’Aids, si presentarono molte celebrità come Calvin Klein e Bianca Jagger.
Il rapporto della famiglia Rubell con l’arte contemporanea
Il rapporto di Steve Rubell con l’arte contemporanea è sempre stato legato alla frequentazione di artisti innamorati dello Studio 54 (Warhol su tutti).
Ma è opera del fratello Donald e della moglie Mera la formazione di una sontuosa Fondazione diventata poi un vero e proprio Museo: la The Rubell Family Collection (RFC) con sede a Miami.
La tradizione di famiglia è ora incarnata dall’artista ed attivista culturale Jennifer Rubell.
La struttura che ospita la Fondazione è di oltre 40.000 mq ed è un ex magazzino della DEA.
I pezzi catalogati sono 5.000, di diverse scuole e tendenze contemporanee e sono presenti il gotha degli artisti della seconda parte del ‘900.
Per citarne alcuni: Jean-Michel Basquiat, Maurizio Cattelan, Jake and Dinos Chapman, Peter Halley, Keith Haring, Damien Hirst, Anselm Kiefer, Jeff Koons, Paul McCarthy, Takashi Murakami, Charles Ray, David Salle, Julian Schnabel, Gregor Schneider, Cindy Sherman.
Non mancano artisti locali come Hernan Bas, José Bedia, Pablo Cano, Cooper, Naomi Fisher, Mark Handforth, Bert Rodriguez e Purvis Young.
La Fondazione ha anche una formidabile biblioteca di 27.000 volumi.
Il sito della Fondazione/Museo.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 44 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding. Non ho una carriera e sono un pessimo venditore.
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Parte l’operazione “Grande Bellezza” della Fondazione CRT, che ha stanziato 2,3 milioni di euro per far rinascere 94 tesori artistici, architettonici e paesaggistici in Piemonte e Valle d’Aosta.
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