Salvador Dalì e Amanda Lear in un rapporto d'arte e in un rapporto a tre (con Gala, moglie di Dalì)
Uno degli artisti più iconici del '900 cercava eccentricità sempre, anche nella vita privata.
Un artista ormai affermato che seduce una giovane studentessa di Belle Arti. Sembra l’inizio di una squallida storiaccia, ma è invece l’inizio di un rapporto poliamoroso che vide Amanda Lear al centro della vita di Salvador Dalì e della moglie Gala (Eluard Dalì).
Racconta la Lear: “Gala era un’esperta di triangoli: lo aveva già vissuto, con lei al centro, insieme al primo marito Paul Eluard e a Max Ernst, che condussero un’interessante vita a tre, prima di partire, insieme, per una vacanza a Cadaqués, dove Gala incontrò Salvador. Per quest’uomo 11 anni più giovane di lei, lasciò marito e amante e decise di sposarsi per la la seconda volta”.
L’esperienza è diventata anche un libro - “La mia vita con Dalì” - edito da Il Saggiatore.
Ma l’artista vedeva nella giovane modella una vera fonte di ispirazione artistica.
Salvador Dalì si innamorò del corpo di Amanda Lear: era scheletrica, presentava una fisicità maschile e una voce profonda, la chiamava “Mi àngel” (mio angelo).
Ma non viene colpito solo dal suo aspetto, capì subito di trovarsi avanti una donna intelligente, con un gran talento da tirare fuori e con il suo stesso gusto della provocazione.
Per il suo fisico androgino fu scelta, infatti, per la copertina dell’album dei Roxy Music for my Pleasure.
Dalì la educa all’arte portandola dei musei più famosi d’Europa e le insegna il gusto del lusso nell’arte, nella moda, nella fotografia e nella musica.
Amanda Lear posò per alcune opere dell’artista: Hypnos (1965), Vénus aux fourrures (1968), Bateau Anthotropic e Vogue.
Prese parte anche a molti dei suoi progetti cinematografici ed è stata al suo fianco durante le conferenze stampa e gli incontri con i media.
E se lo chiedessimo a Chat-GPT
La storia d'amore tra Salvador Dalì e Amanda Lear è una delle relazioni più famose nella storia del surrealismo.
Amanda Lear era una giovane modella e attrice quando incontrò Dalì nel 1965. Era attratta dalla sua fama e dalla sua arte, e si innamorò immediatamente di lui.
Dalí era molto attratto da Amanda, e la incoraggiò a diventare un'artista e a iniziare a dipingere. La incoraggiò anche a cambiare il suo nome in Amanda Lear, perché riteneva che fosse più adatto al suo nuovo ruolo di artista.
La coppia iniziò a vivere insieme e Amanda divenne la musa e la modella di Dalí. Lui la dipinse in molte delle sue opere, e lei gli ispirò molti dei suoi soggetti surreali.
La loro relazione durò per molti anni, ma alla fine si concluse a causa delle differenze personali e professionali tra i due. Amanda continuò a lavorare come artista e attrice, mentre Dalí continuò a dipingere fino alla sua morte nel 1989.
Anche se la loro relazione si concluse, l'amore tra Dalí e Amanda rimase forte e duraturo, e la loro influenza reciproca sull'arte e sulla vita continuò a essere evidente per molti anni dopo la loro separazione.
(testo scritto da Chat-GPT).
Per i vicoli di Catanzaro
L’artista Rocco Del Franco ha pensato di installare lungo i muri dei vicoli cittadini di Catanzaro alcune significative opere da lui realizzate sovrascrivendo le più note espressioni dialettali della città.
“Focu meu”, infatti, è una di quelle più pronunciate per esprimere stupore e meraviglia e Del Franco l’ha dipinta su alcuni barattoli e lattine di scarto, fissando successivamente la composizione sui muri dei vicoli più conosciuti.
Ad un giornale locale spiega che l’idea di avvicinarsi in qualche modo al “vernacolo” nasce da un precedente progetto (Me Lata Street Art) di due autori spagnoli.
“Ho vissuto diversi anni a Barcellona perché mia madre è di origine spagnola (il padre catanzarese) e ho avuto modo di vivere quella realtà. Ciò mi ha permesso di conoscere il progetto che ugualmente proponeva quanto io ho successivamente sviluppato”.
“Ho voluto fare riferimento al dialetto e alla nostra storia – afferma ancora – per questo ho scelto i tradizionali vicoli di Catanzaro, per dare rilevanza a ciò che maggiormente ci appartiene”.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 44 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
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