Gli NFT legati all'arte e il "bear-market" della rinascita
Secondo alcuni analisti si può già parlare di "inverno" degli Nft.
La prestigiosa rivista The Art Newspaper ha stilato un bilancio del mercato dell’arte nel 2022.
Tornate le Fiere dei grandi nomi, realizzati spin-off come Paris + par Art Basel, consolidate le aste si inizia però a parlare di fine del mercato rialzista.
Ed ovviamente di un’inverno degli NFT come asset di valore. NFT intesi come Digitable Collectibles.
Secondo quanto riporta CryptoSlam, portale specializzato in crypto e blockchain, gli NFT avrebbero subito un calo di circa il 92% nel 2022, con una discesa del prezzo medio di circa l’84% e una perdita di acquirenti di circa il 47%.
La bolla speculativa scoppiata a inizio 2021 ha dunque creato vittime.
Ma attenzione, gli NFT non sono morti e non è morta la Crypto Art.
Gli NFT stanno gradualmente scomparendo? Assolutamente no, anzi si potrebbe dire che questo calo rappresenta il vero punto di partenza di questa tecnologia.
Come ogni bolla infatti, anche quella degli NFT era destinata a scoppiare, ma non per questo è destinata a scomparire.
Gli NFT possono essere usati anche per registrare le compravendite di opere fisiche, salvando così automaticamente sulla blockchain ogni transazione che riguarda una determinata opera.
Perché è importante? Per esempio, perché questo potrebbe permettere all’autore dell’opera di ricevere automaticamente una percentuale da ogni transazione, risolvendo uno dei più grandi problemi degli artisti emergenti, che in molti casi assistono inermi mentre le loro opere vengono scambiate a prezzi crescenti senza però ricevere nulla.
Scordatevi dunque delle bolle speculative e delle quotazioni folli dei CryptoPunk.
E attenzione. A dicembre 2022 i volumi di scambio NFT sono leggermente aumentati dopo un trend negativo inaugurato ad aprile.
Su Amazon Prime Video la docuserie NFTMe
Su Amazon Prime Video sarà disponibile NFTMe , prima negli Stati Uniti e nel Regno Unito e poi negli altri Paesi.
Una docuserie dedicata, appunto, alle modalità di applicazione degli NFT all’arte contemporanea.
L’Arte NFT è esplosa e implosa più volte, facendo registrare altri record e sollevando moltissimi dubbi sulla sua effettiva consistenza.
Dal media artist Refik Anadol, che ha presentato una sua grande installazione al MoMA di New York, lavorando in maniera sperimentale sull’Intelligenza Artificiale, fino all’imprenditore statunitense che ha bruciato un disegno di Frida Kahlo per “trasformarlo” in un Token, è successo veramente di tutto.
In sei episodi di 30 minuti, la serie Amazon Prime Video NFTMe introdurrà alcune delle personalità più attive, credibili e influenti nel settore della creatività, che racconteranno la loro esperienza con gli NFT, parlando di come questo dialogo sempre più intenso tra arte e tecnologia abbia influenzato positivamente la loro vita quotidiana.
50 i pionieri dello spazio NFT, provenienti da tutto il mondo e da vari ambiti, a dimostrazione di come ormai ciò che chiamiamo arte contemporanea sia un “oggetto” diffuso tra diversi settori.
Oltre a una storia del movimento NFT, gli episodi racconteranno anche di come molti marchi si stiano interessando agli NFT per esplorare altri segmenti di pubblico e nuove generazioni, ma anche dell’impatto sociale della trasformazione digitale, della tokenizzazione dell’industria musicale, del metaverso e del ruolo della tecnologia nel dare voce agli artisti.
Prodotta da Tech Talk Media, con la regia di Jonny Caplan, la docuserie è stata girata a partire dal 2019.
Che cos’è Louvre Looks
Cosa succede quando il Museo più conosciuto e prestigioso al mondo vuole andare fuori dai “luoghi comuni”? Punta la comunicazione sugli artisti emergenti.
L’iniziativa si chiama Louvre Looks ed è parte di un progetto di arte visiva che associa il museo di Parigi e la sua istituzione partner decentrata nella regione di Calais, il Louvre-Lens, nel contributo video di 3:30 minuti di venti personalità contemporanee di ogni sfera creativa – pittura, poesia, letteratura, moda, musica sperimentale, cinema, installazione – sulla propria visione del museo.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 44 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding. Non ho una carriera e sono un pessimo venditore.
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