Marina Abramovic: l'aliena che ha rivoluzionato l'arte
Il concetto di "rivoluzionario" è ormai inflazionato e privo di significato. Ma il lavoro dell'artista serba rappresenta veramente una pietra miliare per l'arte contemporanea.
Quando tutto viene definito “rivoluzionario” vuol dire che nulla lo è. Ci sono parole ormai talmente inflazionate da aver perso il loro significato originale.
Per Marina Abramovic il termine più adatto è “aliena”. Perchè pare essere arrivata da altre dimensioni e perchè le sue performance alienano letteralmente lei e i partecipanti dalla realtà corrente.
Non ha bisogno di grandi presentazioni. Nata a metà degli anni quaranta del ‘900 in Serbia, è oggi l’artista performativa più conosciuta ed iconica.
E’ un brand, una performance vivente, probabilmente uno dei nomi più mainstream dell’arte contemporanea.
Tutto questo riuscendo, come pochissimi altri, a far uscire l’arte dai suoi luoghi comuni.
Rhythm 0
Il pubblico iniziò a conoscerla grazie alla performance Rhythm 0, avvenuta nella galleria Studio Morra di Napoli nel 1974 e durata sei ore.
In una stanza della galleria erano stati posti su di un tavolo vari oggetti. Vi era anche una pistola con un proiettile, possibile oggetto di morte.
Insieme agli oggetti erano appoggiate sul tavolo le istruzioni:
Ci sono 72 oggetti sul tavolo che possono essere usati su di me nel modo in cui desiderate;
Io sono l'oggetto;
Mi assumo completamente la responsabilità di quello che faccio;
Durata: 6 ore (dalle 20:00 alle 2:00).
Abramović dichiarò che il pubblico avrebbe potuto ucciderla, si pose come oggetto nelle mani delle persone presenti, che potevano decidere come e se interagire con lei. Durante tutta la durata della performance l’artista stette passivamente immobile, accettando senza opporsi qualsiasi cosa le venisse fatta.
Il pubblico tendeva ad osservarla, qualcuno le dette la rosa, rapportandosi gentilmente con lei.
Con il passare delle ore però iniziarono a percepire la sua accondiscendenza a tutto, il suo essersi realmente posta senza remore alla loro volontà, quindi la possibilità di violarla tagliandole via i vestiti divenne concreta.
All'assenza di opposizione da parte dell’Abramović seguì un intensificarsi delle provocazioni, fu spinta e trasportata, ci fu chi le provocò dei tagli, le conficcò le spine di rosa nella pelle, le succhiò il sangue che fuoriusciva dalle ferite.
Quando le fu messa la pistola carica in mano, con il dito posto sul grilletto, cercarono di evitare che la performance finisse nel peggiore dei modi.
Allo scadere delle sei ore, il gallerista dichiarò la performance conclusa. Fu allora che l'Abramovic, tornata ad essere persona e non più oggetto, si diresse verso il pubblico.
In quel momento la gente iniziò ad andarsene frettolosamente, incapace di reggere un confronto con lei come persona.
The Cleaner: il catalogo della mostra di Firenze (2018-2019)
Il catalogo si presenta come una straordinaria retrospettiva, frutto del diretto coinvolgimento dell'artista, che riunisce oltre 100 opere dagli anni settanta a oggi, offrendo, – attraverso dipinti, video, oggetti, fotografie, progetti e la ri-esecuzione dal vivo di sue celebri performance – una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera, insieme alla possibilità di scoprire la meno nota produzione degli esordi.
Nel volume viene sottolineato lo stretto rapporto che l'artista ha avuto e continua ad avere con l'Italia.
Secondo Marina Abramovic: “piaccio più agli italiani che ai norvegesi perché le mie performance sono molto emotive”.
E in Italia, a partire dalla partecipazione a Contemporanea, a Roma nel 1973, hanno avuto luogo molte delle sue performance più significative, alcune delle quali rievocate in catalogo.
Parodie e citazioni POP
La fama di Marina Abramovic è testimoniata anche dalle numerose citazioni e parodie. Ne elenchiamo tre.
Nell’ultimo album di Marracash, il primo video del singolo CRAZY LOVE si apre e si chiude con due sequenze che staccano dal tema centrale (una sfida a scherma), citando una performance del 1980 di Marina Abramović.
Marracash ed Elodie sono in piedi uno di fronte all’altro, mentre reggono un arco teso, con la punta della freccia rivolta verso il petto del rapper.
La reference di questa sequenza è la performance “Rest Energy”, messa in scena dall’artista ad Amsterdam, insieme al compagno Ulay.
Per 4 minuti i due artisti hanno sorretto, proprio come nel video di CRAZY LOVE, un arco tenuto in tensione dai due corpi che si lasciavano cadere verso l’esterno.
All’interno del film premio Oscar “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino il personaggio di Talia Concept è un richiamo ironico alla celebre artista serba.
Intervistata da Jep Gambardella, Talia si presenta come un'artista che non ha bisogno di “leggere e vive di vibrazioni, spesso di natura extrasensoriali”.
Nella sua performance Talia si esibisce nuda al Parco degli Acquedotti, copre la testa con un velo bianco e va a sbattere contro il muro rimanendo tramortita.
Nella seconda edizione italiana del format LOL, Marina Abramovic è stata parodiata da Virginia Raffaele.
Link Utili
Canale Youtube del Marina Abramovic Institute.
La performance Rhytm 0 raccontata.
The cleaner. Catalogo della mostra (Firenze, 21 settembre 2018-20 gennaio 2019). Ediz. illustrata.
La performance “Rest Energy” ispira Marracash.
La Street Art si fa viaggio
Esce il 20 settembre 2022 per Polaris Editore: Street art in Italia. Viaggio fra luoghi e persone.
Autrici sono Anna Fornaciari e Anastasia Fontanesi, già fondatrici di Travel on Art.
Un catalogo di oltre 500 opere, 58 località e 17 regioni per avvicinarsi a un nuovo turismo on the road: viaggi e percorsi a cielo aperto in cui l’arte urbana diventa un filo che traccia legami invisibili ma al tempo stesso indelebili tra territori e persone.
Nata dalla penna, dallo sguardo e soprattutto dall’esperienza diretta di Fornaciari e Fontanesi – Street art in Italia. Viaggio fra luoghi e persone propone 58 idee per viaggi on the road, una vera e propria guida dedicata a una selezione di 58 destinazioni che hanno trasformato la geografia e lo skyline delle città e dei borghi italiani.
L’opera non è una mappatura, ma una selezione in continua evoluzione di progetti che hanno una rilevanza artistica, sociale, ma soprattutto un potenziale turistico che prende le persone per mano e le accompagna alla scoperta di itinerari meno battuti.
Da Parco Dora a Torino ai Quartieri Spagnoli di Napoli, passando per borghi come Camo in Piemonte e Stigliano, in Basilicata.
Blu, Giulio Vesprini, Fabio Petani, Collettivo FX, Vesod, Mrfijodor, Jim Avignon, Pixel Pancho sono solo alcuni degli artisti raccontati in questo itinerario.
La guida comprende anche 7 contributi di professionisti del settore culturale contemporaneo, per offrire un racconto a più voci della realtà dell’arte urbana in Italia.