Luci d'artista e la Torino di Fiorenzo Alfieri
L'esempio di un Assessore alla Cultura capace di capire l'arte come mezzo di rigenerazione urbana. Nel 1998.
Ci sono intuizioni e progetti che valgono una carriera. Quella di Luci d’Artista è stata l’eredità culturale di Fiorenzo Alfieri, Assessore alla Cultura della città di Torino in diverse Giunte comunali.
Luci d’Artista è il progetto di arte contemporanea che lo identifica.
Il progetto, lanciato nel 1998, legava l’idea di cultura come motore di sviluppo della città.
Grazie a quelle luminarie concepite da grandi artisti contemporanei, dal tappeto di lucine colorate di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città alla Serie Fibonacci di Mario Merz sulla Mole ai Piccoli Spiriti Blu di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini diventate permanenti, Torino si è trasformata negli anni in una delle capitali della creatività contemporanea.
Per il 2022, le installazioni luminose – 26 luci delle quali 17 allestite nel centro città e nove nelle altre Circoscrizioni – saranno visibili fino all’8 gennaio 2023.
Il museo a cielo aperto quest’anno però subirà una riduzione negli orari, come è stato fatto anche a Parigi, con le luci della Tour Eiffel.
Già negli anni il Comune di Torino ha usato sistemi a basso impatto e questa volta le installazioni si spegneranno alle 22, dalla domenica al giovedì, il venerdì e il sabato alle 24, orario che sarà mantenuto nel periodo di Natale e Capodanno, dal 19 dicembre al 2 gennaio 2023.
Tre nuove installazioni per il 2022
Giorgio Griffa, Renato Leotta e Grazia Toderi sono gli autori delle nuove installazioni a cielo aperto di Luci d’Artista.
Per esempio si intitola semplicemente “…?…” l’opera realizzata da Grazia Toderi (Padova, 1963).
Un messaggio talmente essenziale che diventa quasi impossibile da spiegare. Cosa c’è di più immediato e allo stesso tempo sconfinato di un punto interrogativo?
Si tratta di un segnale universale e leggibile da tutti, che si staglia dall’alto della Cupola della Basilica Mauriziana sopra il Mercato Centrale di Torino, diventando ancora più evidente di notte.
Grazia Toderi, tra i nomi più affermati della videoarte italiana, entra quest’anno per la prima volta nel novero di artisti che illuminano gli edifici e le strade della città attraverso l’arte contemporanea.
Chi era Fiorenzo Alfieri
Fiorenzo Alfieri è stato per quarant’anni un protagonista della vita politica di Torino: consigliere comunale per quasi vent’anni e assessore in tre giunte comunali – Novelli, Castellani e Chiamparino.
Innumerevoli le iniziative da lui promosse: Giovani Artisti a Torino, che diventerà poi la Biennale Giovane Artistied il Circuito GAI, l’apertura del Museo d’Arte Orientale e del PAV Parco d’Arte Vivente e la riapertura di Palazzo Madama; l’impegno per il recupero delle Officine OGR, pensate come spazio di espansione della GAM, allora diretta da Pier Giovanni Castagnoli, e la lucidità dell’azione in occasione delle Olimpiadi del 2006; il rinnovamento del Museo dell’Automobile, lo sviluppo di Settembre Musica poi Mito, la nascita di Torino Danza e del Traffic Festival, la promozione del muralismo e dell’arte pubblica con il Progetto Murarte.
La sua ultima intervista a La Repubblica.
Umberto Boccioni.Vita di un sovversivo (Mondadori)
Un’opera artistica immensa e rivoluzionaria, una vita piena e fuori dagli schemi, soprattutto quelli del suo tempo, un’eredità fondamentale.
Umberto Boccioni è stato uno dei più grandi e geniali pittori italiani, ma la prospettiva con cui è stato raccontato non sempre gli ha reso giustizia.
Il saggio di Rachele Ferrario, scrittrice e storica dell’arte, Umberto Boccioni. Vita di un sovversivo (Mondadori, Le Scie) restituisce all’artista la sua dimensione innovativa.
Un lavoro durato più di sette anni, con una ricerca di materiali inediti e in cui si dà ampio spazio alla vita e al contesto storico.
“Boccioni ha lasciato un’impronta fortissima nell’arte occidentale. Ho deciso di tornare a raccontarlo quando al Museum of Modern Art di New York ho visto letteralmente muri di persone incantate davanti a La città che sale” spiega Ferrario.
“È uno dei suoi dipinti più belli, racchiude tutto: il movimento, il progresso, il sogno di una nuova città. È un’idea di sequenza cinematografica su tela, ha senso dell’epico e il cavallo, animale amatissimo, appare come un presagio funesto”.
La vita di Umberto Boccioni si interrompe il 17 agosto 1916, a soli 33 anni, proprio per una caduta da cavallo.
Come artista ha lavorato per la pubblicità, andava alle corse dei cavalli e delle automobili per studiare il movimento, aveva intuito l’importanza della tecnologia e della psicoanalisi.
Il saggio di Rachele Ferrario illumina il pittore di nuova luce.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 43 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat. L’ultimia mia follia si è chiamata DIFFUSISSIMA.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding.
Non ho una carriera e sono un pessimo venditore di me stesso.
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