Che cosa sono i Digital Art Work (DAW) di Cinello
Moda, tendenza, giocattolo o tecnologia rivoluzionaria?
Cinello è un’azienda impegnata nella promozione e valorizzazione del patrimonio artistico, italiano in primis, su scala nazionale e internazionale.
Fondata nel settembre del 2015, ha inventato e brevettato, a livello internazionale, i Digital Art Work (Daw) , ovvero copie uniche digitali certificate di capolavori artistici antichi, moderni e contemporanei, prodotte in edizioni limitate, numerate e autenticate, in scala 1: 1, non riproducibili, protette con un sistema di crittografia digitale brevettato.
L’idea nasce dall’intuizione di John Blem e Franco Losi, due ingegneri informatici.
L’azienda non è stata risparmiata da polemiche.
Nel 2022 alcune trasmissioni televisive e La Repubblica avevano aspramente criticato l’accordo con gli Uffizi di Firenze per la riproduzione digitale di alcuni capolavori.
La Cinello ha riprodotto le opere del museo fiorentino in Daw. Ciascuna di quelle “riproduzioni digitali uniche” potrà essere acquistata o noleggiata.
Nel 2016 Cinello ha firmato un accordo con gli Uffizi (scaduto nel dicembre 2021) sulla concessione in uso di 40 immagini da parte del complesso museale fiorentino alla società.
E l’anno scorso la prima copia digitale a essere stata venduta è stata quella del Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti.
Un collezionista romano l’ha acquistata per ben 240.000€. Ma l’incasso a chi va? Al museo o alla società Cinello? La risposta è a entrambi.
L’intesa tra Cinello e gli Uffizi prevede il versamento al museo del 50% del ricavo netto dal prezzo di vendita e il restante 50% alla società.
I Daw® – Digital ArtWork sono multipli digitali di un’opera d’arte su monitor riprodotta in serie limitata, numerata e certificata.
In scala 1:1 in tutto e per tutto fedele all’originale.
Le copie sono “gestite da una piattaforma che utilizza le più moderne tecnologie, consentendo di rispettare tutti i vincoli e i requisiti delle opere d’arte, in primo luogo l’unicità dell’opera stessa.
La piattaforma, sviluppata da un team di ingegneri interno, si avvale dei più moderni sistemi di cifratura e crittografia in grado di garantire sempre e per ogni DAW® : la proprietà, l’unicità e l’incopiabilità” spiega la società sul suo sito web.
Per ogni riproduzione digitale è creato un token Nft sulla Blockchain che ne certifica la proprietà e la doppia autenticazione da parte degli Uffizi e della Cinello.
Nel concreto, i Digital Art Work si presentano come schermi incorniciati raffiguranti l’opera d’arte.
I Digital Art Work sono un giocattolo?
Non proprio, diciamo che sono un esempio da regolamentare di riproducibilità digitale. Utili a cosa? Certamente ad arricchire la casa di qualche ricco eccentrico ma anche a rappresentare una forma di marketing e branding per i musei coinvolti.
Pensiamo a mostre degli Uffizi in altri continenti senza spostare un’opera originale o solo una piccola parte. Mostre che potrebbero portare ricavi senza i costi di trasporti e assicurazioni.
Inoltre ogni Museo ha magazzini pieni di opere non esposte e che potrebbero essere monetizzate e digitalizzate, nonchè portate ad un pubblico più amplio.
Cinello (via Start Magazine);
Nft ed Uffizi (via Inside Art);
Il gruppo Cinello sbarca all’estero (via ilSole24Ore).
Lo IULM guarda alla formazione nell’arte
Venerdì 23 Febbraio 2024 presso il Campus dell’Università IULM negli spazi del laboratorio IULM AI Lab, avrà inizio il Corso Executive di Alta Formazione dal titolo “Art Market Innovation. Il Mercato dell’arte: tra innovazione e web 3.0”.
Il corso ideato da IULM AI Lab, mira a presentare i nuovi scenari dell’Art Market e ad approfondire le nuove modalità di offerta e curatela del mercato tradizionale, così come della tipologia di vendita 3.0 con focus su blockchain, metaverso, digital trend, compravendita di NFT, community online e gli aggiornamenti specifici relativi alla legislazione e al copyright.
L’obiettivo di questo corso è quello di aggiornare e formare figure professionali capaci di operare nel mercato dell’arte.
Grazie ad un’analisi approfondita sulle evoluzioni del settore degli ultimi anni, con focus sulle innovazioni tecnologiche in ambito digital e 3.0, verranno presentati i nuovi scenari dell’Art Market attraverso un percorso formativo che si articola in 72 ore di didattica in formula blended (48 ore online e 24 in presenza presso il laboratorio IULM AI LAB a Milano) diviso in 3 moduli formativi.
Dalle vendite in asta agli NFT alla storia della tecnologia blockchain agli approfondimenti di carattere giuridico con focus sulla due diligence.
Nella seconda parte del corso si andranno ad illustrare i diversi protagonisti dell’Art Market: dalla galleria alla fondazione bancaria; dal collezionista agli artisti per poi proseguire con lìanalisi delle principali fiere ed eventi e di come queste si siano aggiornate nel corso degli ultimi anni.
Focus finale sulle nuove tecnologie e sul loro utilizzo nel mercato dell’arte.
Il terzo modulo è interamente dedicato al mondo digital e 3.0.
Focus specifici sui nuovi modelli di marketing culturale, sui social networks e nuove modalità di comunicazione, sul valore della community, sulle nuove frontiere espositive offerte dal metaverso.
Il punto di forza del corso Art Market Innovation è il pool di docenti: , collezionisti, avvocati, curatori, direttori di musei, fiere, fondazioni e artisti presenteranno specifiche tematiche di approfondimento attraverso anche case studies di attualità – a livello nazionale e internazionale – al fine di coniugare la parte didattico/teorica alla parte pratica.
Ogni lezione tematica è dunque stata affidata ad un esperto che racconterà i nuovi scenari del mercato dell’arte: dalle fiere fisiche al metaverso; dalla blockchain alla curatela tradizionale, dal collezionismo alla legislazione – sempre con un occhio di riguardo per le innovazioni che hanno caratterizzato il mercato dell!arte negli ultimi anni.
“Siamo in un momento storico caratterizzato da un’esponenziale evoluzione tecnologica e anche il mercato dell’arte sta cambiando: è fondamentale oggi conoscerne sia lo stato dell’arte sia le dinamiche che porteranno ad una ulteriore evoluzione sempre più phygital” afferma Rebecca Pedrazzi, coordinatrice del Master.
Per maggiori informazioni sul corso: http://www.iulmailab.it/lp/art-market-innovation/
Torino piange Davide Paludetto
È morto a 53 anni Davide Paludetto, gallerista e figlio di Franz Paludetto, quest’ultimo scomparso lo scorso 16 maggio.
Davide Paludetto è stato ritrovato privo di vita nel Castello di Rivara, residenza della famiglia Paludetto e centro d’arte fondato negli Anni Ottanta dal padre, negli anni crocevia di artisti internazionali e scrigno di una importante collezione d’arte contemporanea.
Grazie all’attività e alla passione dei Paludetto, a Rivara era stata fondata la sede del Cenacolo di pittori della Scuola di Rivara, un complesso composto dal Castello Medievale – diventato poi museo d’arte contemporanea -, dalla Villa Neobarocca e dalle Scuderie, immersi in uno splendido parco di oltre 45mila metri quadrati.
Nel Castello, i Paludetto avevano messo disposizione numerosi atelier e camere dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri, oltre a uno spazio espositivo.
Davide aveva seguito le orme del padre nel settore dell’arte contemporanea, affiancando l’attività di curatore.
Prima aveva lavorato al Salone Internazionale del Libro, dove aveva ricoperto il ruolo di responsabile della parte logistica.
Fondatore della galleria Davide Paludetto Arte Contemporanea, con sede a Torino, in via Artisti, aveva partecipato alla Torino Art Week appena conclusasi.
Con la sua galleria ha supportato la ricerca di artisti giovani ed emergenti ma ha rappresentato anche autori già affermati, sia italiani che di altri Paesi, come l’iraniano Mustafa Sabbagh, Paolo Grassino e Salvatore Astore.