Beatrice Trussardi e la Fondazione nomade per uscire dai luoghi comuni
La manager e attivista dell'arte è ideatrice di un modello diffuso di Fondazione.
Da Fondazione tradizionale a museo nomade. Questo è il modello di Fondazione Nicola Trussardi, una precisa scelta strategica di Beatrice Trussardi.
Negli ultimi anni, la Fondazione Nicola Trussardi ha stretto partnership con altre prestigiose istituzioni internazionali, musei e mostre, come la Tate Modern di Londra, la Kunsthaus di Zurigo, la Biennale di Venezia, oltre a numerose istituzioni locali e nazionali.
Beatrice Trussardi presiede la Fondazione dal 1999, e nel 2002 ha nominato Massimiliano Gioni come direttore artistico.
Nel gennaio 2003, dopo molti anni di attività negli spazi espositivi di Palazzo Marino alla Scala, la Fondazione Nicola Trussardi ha appunto deciso di esplorare nuovi territori e modi di presentare l’arte contemporanea, spingendo i confini degli spazi tradizionalmente dedicati alla creatività di oggi.
Un modo per far uscire l’arte contemporanea fuori dai luoghi comuni.
La Fondazione ha restaurato e riaperto edifici milanesi storici come Palazzo Litta, Palazzo Dugnani e Palazzo Citterio, in cui artisti internazionali sono stati invitati a creare nuove e ambiziose opere appositamente per queste occasioni.
Quello della Fondazione è un vero e proprio “mecenatismo nomade”, in grado di abbracciare luoghi cittadini sempre diversi.
Il primo intervento “nomade” si chiamava Short Cut (Scorciatoia): un’automobile bianca che traina una roulotte.
Trasformata in un’installazione che sembrava spuntasse dal sottosuolo, al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele. Quel viaggio immaginario, metafora del turismo globale, strabiliante e un po’ disturbante, era firmato da Michael Elmgreen & Ingar Dragset e lo aveva scelto Beatrice Trussardi.
Voleva cambiare tutto, capovolgere completamente quel che era stato fino a quel momento.
“La Fondazione è nata nel 1996, ideata da mio padre, perché era stato inaugurato lo spazio multifunzionale di Marino alla Scala, concepito come un luogo per iniziative private ma anche per altre aperte a tutti: un approccio oggi normale, ma all’epoca era innovativo”.
“Siamo dei veri mecenati dato che facciamo interventi nella città, realizzando spesso progetti di artisti che avevano le opere nella loro testa ma non riuscivano a concretizzarle: noi gliele produciamo e poi le opere rimangono agli artisti. Non le commissioniamo per tenerle in una nostra collezione ma le realizziamo per poterle esporre, farle vedere alla collettività e poi restano a loro”.
Il DNA nomade della Fondazione è lo stesso che animerà visione e missione della Fondazione Beatrice Trussardi, che ha inaugurato le sue attività nel luglio 2021 con il progetto dell’artista Pawel Althamer in Val Fex in Engadina, in Svizzera.
La Fondazione Beatrice Trussardi
La direzione artistica della nuova Fondazione è affidata a Massimiliano Gioni, che quindi curerà i progetti sia della Beatrice Trussardi sia della Nicola Trussardi: quest’ultima, proseguirà con la sua programmazione su scala nazionale.
Oltre alle mostre, la Fondazione Beatrice Trussardi svilupperà una serie di progetti di studio e ricerca “che radichino gli interventi artistici in un’attenta ricognizione del territorio, fisico, sociale e culturale, nel quale andranno a inserirsi”.
Il programma di ricerca è coordinato dallo scrittore Giuliano da Empoli, presidente del think tank Volta e del comitato strategico dell’associazione Civita, docente di politica comparata a Sciences-Po a Parigi e Senior Fellow del think tank globale More in Common, oltre a essere stato assessore alla Cultura di Firenze, Presidente del Gabinetto Vieusseux e membro del Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia.
Il CV di Beatrice Trussardi
Beatrice Trussardi è nata nel 1971. Ha conseguito la sua formazione in Contemporary Art Business & Administration alla New York University e ha collaborato con alcuni tra i principali musei di New York come il Guggenheim Museum, il Metropolitan Museum e il Museum of Modern Art.
Dal 1999 è Presidente della Fondazione Nicola Trussardi.
Nel 2012 Beatrice Trussardi è stata nominata membro del Consiglio di Amministrazione del MAXXI di Roma.
Da settembre 2014 è anche membro del Consiglio di Amministrazione del Comitato Fondazioni Italiane Arte Contemporanea.
Dal settembre 2013 è entrata a far parte del Board Internazionale del Comitato Women in Diplomacy.
Dal 2007 è membro del Women’s Leadership Board della John F. Kennedy School of Government presso l’Università di Harvard negli Stati Uniti, per la promozione del ruolo delle donne in tutti i livelli della società.
Dal 1999 al 2014 ha operato, con vari ruoli e responsabilità, tra cui Presidente e Amministratore Delegato, all’interno del Gruppo Trussardi.
Nel 2010 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana la nomina a Commendatore della Repubblica.
Ha inoltre ricoperto ruoli che l’hanno vista impegnata socialmente attraverso progetti destinati a sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche come l’innovazione, la sostenibilità e un futuro diverso per il nostro pianeta.
(ART)IFICIAL INTELLIGENCE
Arte e intelligenza artificiale possono collaborare?
Possono arte ed intelligenza artificiale essere presenti nella stessa frase senza sembrare un concetto fantascientifico?
Cosa pensano gli artisti dell’AI?
Sono le domande che Artàporter e IULM AI LAB rivolgonoi a tutti gi artisti con questa open call che con la loro forma espressiva vogliano cimentarsi nel raccontare il rapporto tra arte e AI.
Oggi non c’è settore umano nel quale l’intelligenza artificiale non abbia iniziato a prendere piede: dall’agricoltura all’architettura, dall’ambito sanitario fino a quello della sicurezza, fino ad arrivare all’arte.
Tutt’altro che distanti, i punti di incontro e di collaborazione tra arte e intelligenza artificiale sono sempre più numerosi.
Oltre a mutare il concetto di chi può produrre arte e fornire nuove modalità per praticarla, l’intelligenza artificiale rappresenta un nuovo mezzo per approcciarsi e studiare l’esperienza estetica, rendendola anche più coinvolgente e partecipativa.
La call for artist (ART)IFICIAL INTELLIGENCE è aperta a tutti gli artisti analogici e digitali.
Gli artisti selezionati, esporranno presso il laboratorio di Ricerca sull’Intelligenza Artificiale IULM AI Lab a Milano in occasione del forum “Le Nuove Frontiere dell’Arte”.
Durante la conferenza sarà premiato un artista che avrà diritto a partecipare al corso in ART MARKET INNOVATION presso IULM Ai Lab.
Informazioni: info@artaporter.it
E a proposito di AI: Getti Images in guerra
Anche Getty Images è entrata ufficialmente in guerra contro l’AI.
A spingere la storica media company a unirsi agli artisti che da mesi attaccano i generatori di nuove immagini online (adoperando però vecchie immagini autoriali) è sempre lo stesso motivo: l’utilizzo di immagini protette dal diritto d’autore per il loro allenamento.
In questo caso, il generatore della compagnia Stability AI, Stable Diffusion, è stato allenato con milioni di foto della Getty coperte da copyright.
Così è partita la causa, depositata presso il tribunale del Delaware la settimana scorsa, nel cui testo si legge che secondo Getty, Stability AI ha messo in atto una “violazione sfacciata della proprietà intellettuale di Getty Images su scala sbalorditiva” dal momento che ha “copiato 12 milioni di immagini per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale senza permesso o compenso”, per poi fare “attività concorrente”.
La formula utilizzata da Getty Images sul “permesso o compenso” potrebbe suonare familiare.
È infatti la stessa utilizzata in una causa intentata da tre artiste poche settimane fa, tutt’ora in corso, contro una serie di compagnie (inclusa la stessa Stability AI) per un simile utilizzo della propria arte.
Al centro della disputa c’è sempre un vuoto legislativo: non è infatti ancora normato come legale né illegale l’atto di scavalcare il copyright di un’opera d’arte per istruire un’Intelligenza Artificiale.
Da un lato, gli autori e i possessori delle opere non giustificano l’utilizzo come coperto dal “fair use”, intendendolo come furto e concorrenza sleale, dall’altro le compagnie che sviluppano questi generatori sostengono che le opere fatte dall’AI (spesso disponibili gratuitamente online) sono tecnicamente “nuove” e non accusabili di plagio più di un artista che si ispiri a un altro.
La seconda causa in poche settimane lascia pensare che potremmo essere solo all’inizio di una catena di azioni legali in campo artistico, visto anche che la stessa Getty Images (che è una compagnia angloamericana) sta cercando di replicare la mossa contro Stability AI nel Regno Unito.
Chi sono
Sono Dario Ujetto e scrivo questa newsletter da fine agosto. Ho 44 anni e da sempre sono appassionato di storie.
Sono co-founder della startup Artàporter e della società di consulenza Feelthebeat.
Scrivo storie di cibo su Eat Piemonte.
Operaio della comunicazione e del marketing, non chiedetemi mai consigli su carriera professionale o personal branding. Non ho una carriera e sono un pessimo venditore.
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