Arte Queer apre in Italia un filone di divulgazione importante
Il libro di Elisabetta Roncati riempie un vuoto nel panorama italiano.
Elisabetta Roncati è una divulgatrice ed esperta di arte contemporanea e per questa ragione si è resa conto di un pericoloso gap in Italia. A differenza del mondo anglosassone ed anglofono non esisteva in lingua italiana una antologia dell’arte e degli artistə “queer”.
Con un lungo lavoro di ricerca, confronto, catalogazione e contatto è andata a colmare la mancanza con la pubblicazione di “Arte Queer” per Rizzoli.
Ma Roncati fa un ulteriore passo in avanti, scegliendo di aprire il volume con un glossario sui vocaboli inerenti le tematiche di genere. Aprendo dunque ad una divulgazione che punta a superare i confini LGBTQIA+.
Arte Queer: sinossi
Che cosa significa il termine "queer" che ormai si sente pronunciare in moltissimi programmi tv e in altrettanti contenuti sui social media?
E in che modo le battaglie per l'ottenimento dei diritti della comunità LGBTQIA+ entrano in connessione con l'immaginario artistico contemporaneo, creando un'estetica che rifugge da ogni semplificazione?
Partendo dalla spiegazione in lingua italiana di alcuni vocaboli relativi alle tematiche di genere, il libro si apre narrando il percorso di artistə che, nel corso della storia, si sono interfacciatə in maniera più o meno consapevole con argomenti inerenti all'identità di genere e all'orientamento sessuale.
Seguono poi cinquanta schede monografiche che raccontano biografie e carriere di creativə tuttora in attività che hanno fatto della "queerness" una tematica chiave della propria poetica.
Accattivante e approfondito, Arte Queer è indubbiamente il testo perfetto per tuttə coloro che desiderano rimanere al passo con i tempi e comprendere le questioni di cui tanto si dibatte nei principali salotti mediatici e non solo.
L’autrice: Elisabetta Roncati
Genovese di nascita e milanese d’adozione, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale.
Interessata a ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha due grandi passioni: l’arte extra-europea e i diritti civili.
Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media.
Apertura del “Welcome Queer Britain” (via Harper’s Bazaar);
Selezione Queer via Artribune;
Jack Halberstam: l'arte queer del fallimento
Ci avevano promesso che saremmo stati dei vincenti. Ci avevano indicato gli obiettivi- i soldi, la famiglia, il potere, l'eccellenza - e la strada, fatta di determinazione, sudore della fronte e pensiero positivo: se cadi rialzati, prova ancora e ancora; ci siamo rialzati e abbiamo visto che a cadere era il mondo intorno a noi.
Mai come in questi anni è diventato chiaro che l'idea di successo che avevamo in mente è una condanna e che tra volere e potere c'è di mezzo il capitalismo, con tutte le disuguaglianze (e le catastrofi) che si porta dietro.
Dobbiamo dunque ridisegnare quell'idea? Dare al termine successo significati nuovi?
Jack Halberstam, tra i più noti e originali teorici queer in circolazione, propone una via più radicale e ci guida nell'affollato mondo dei perdenti: lì dove smarrire la strada, non sapere, dimenticare ed essere dimenticati, essere sconvenienti e indecorosi, indisciplinati e improduttivi (tutte cose che le persone queer hanno sempre fatto particolarmente bene) si rivelano strategie possibili per stare al mondo.
Correndo il rischio - anzi inseguendolo- di non essere preso sul serio, Halberstam si muove tra teoria alta e bassa, si concede virate controintuitive e disgressioni, si addentra negli “archivi di cose stupide” ricercando forme di conoscenza lontane dal rigore delle discipline.
Accade così che in queste pagine vivano insieme Gramsci e SpongeBob, Jamaica Kincaid e il pesciolino Nemo, Saidiya Hartman, Tom of Finland, Valerie Solanas e un'armata di galline in fuga dal pollaio: con loro, Halberstam ci invita a pensare altrimenti, a sperimentare nuove alleanze, a preferire l'ombra alla luce piena, l'illeggibilità al riconoscimento.
A desiderare un mondo in cui nessuno ce la fa da solo e nessuno viene lasciato indietro.
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Una guida per questo meraviglioso secondo viaggio alla scoperta dell’arte urbana!